Leggi morali e testi sacri
Per lo shintoismo non esistono leggi morali assolute: un'azione può essere considerata giusta o iniqua a seconda del contesto in cui viene compiuta.
L'idea di base è che l'uomo sia un essere naturalmente buono, così come buona è la natura. La corruzione è provocata da spiriti del male che possono essere allontanati mediante rituali di purificazione.
Vanno tuttavia evitate le azioni che possano
- arrecare disturbo o offesa al kami;
- alterare l'armonia del mondo e della natura;
- turbare l'ordine sociale;
- offendere la propria famiglia.

I libri sacri per lo shintoismo sono principalmente due:
- Kojiki, scritto nel 712 d.C. dal poeta O-No-Yasumaro, è un'antologia delle memorie degli eventi antichi;
- Nihongi, apparso nel 720 d.C., è una raccolta di cronache del Giappone.
È sorprendente l'analogia tra i racconti mitici presentati nei testi dello shintoismo e le storie narrate nei testi sacri del cristianesimo e dell'ebraismo, soprattutto per quanto riguarda la creazione dell'universo e la nascita dell'uomo.
