Rappresentare il sacro
Rappresentazione simbolica e devozionale
La rappresentazione della sacralità e dello spirito della fede, testimoniata già in epoca preistorica, si concretizza nel tempo in una molteplicità di forme, di tecniche, di funzioni.
Il culto cristiano accoglie rappresentazioni sacre fin dalle origini. A simboleggiare Cristo Salvatore, un pesce stilizzato su pietra: è proprio dall'acronimo della parola "pesce" in lingua greca (ιχθúς) che derivano infatti le parole "Gesù Cristo Re e Salvatore dei Giudei". Si tratta dunque di una rappresentazione del sacro estranea a una tecnica o a finalità artistiche; è, sostanzialmente, espressione di tipo simbolico.
Oltre al pesce, troviamo altri simboli: il pastore, la colomba, il monogramma di Cristo e, naturalmente, la croce.
La rappresentazione del sacro avviene anche mediante "oggetti" che si pongono alla devozione dei fedeli. Statue, bassorilievi, croci realizzate con materiali vari, calici. In questo caso, è la funzione - non più, o non soltanto, simbolica - prevalentemente devozionale a determinare un nuovo modo di rappresentare la fede. Di fronte a questi "oggetti sacri" ci si inginocchia, si recitano preghiere, si resta in meditazione.
L'espressione devozionale stimola la produzione artigianale di medaglie, crocifissi, statuine per uso personale o privato; oltre, ovviamente, a una serie di oggetti e arredi sacri per chiese e cattedrali.
